Concordo con il dr Naso: Credito d’ Imposta e mutui agevolati sono le misure più efficaci per aiutare il Sud.

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO BILANCIO FALLIMENTARE

DA SOSTITUIRE CON CREDITO D’IMPOSTA E MUTUI AGEVOLATI

 

Nei giorni scorsi sui giornali sono state riportate le varie tesi in merito agli scarsi risultati in termini di sviluppo economico che sono stati ottenuti in Calabria, nonostante l’enorme fiume di contributi nazionali e comunitari erogati.

 

Gli interventi della Cassa del Mezzogiorno prima, i contributi  a fondo perduto introdotti dalla Legge 64 e successivamente dalla Legge 488, e i consistenti aiuti erogati dalla Comunità Europea con il Por Calabria  potevano e dovevano portare sviluppo nella nostra Regione, se questi finanziamenti non fossero diventati per la maggior parte preda di imprenditori improvvisati e senza scrupoli che, con l’avallo delle Istituzioni, hanno sperperato i fondi comunitari e nazionali che dovevano creare sviluppo e  posti di lavoro.

E’ davvero deprimente per noi calabresi ammettere di non aver saputo gestire in modo proficuo i fondi che per tanti anni sono stati erogati con l’obiettivo di farci diventare una Regione socialmente ed economicamente sviluppata

 

Il contributo previsto a favore degli imprenditori che intendono investire nelle aree “svantaggiate” nasce dalla necessità di dare un incentivo per superare le difficoltà a fare impresa dovute alla carenza di infrastrutture, all’inefficienza della Pubblica Amministrazione, alla presenza della criminalità organizzata, e, non ultimo, a un sistema bancario che concede pochi finanziamenti e a caro prezzo.

 

Ma il contributo a fondo perduto è in grado di colmare le problematiche cui va incontro l’imprenditore?  Oppure, se l’iniziativa nasce,  successivamente,  non riesce a crescere soffocata dai fattori avversi ed è destinata a morire?  O, addirittura,  il candidato imprenditore o solo “prenditore” poco si interessa del futuro dell’iniziativa e si preoccupa solo di arraffare il contributo per poi  scomparire?

Se ad oggi, dopo tanti anni, siamo ancora a parlare della disastrata situazione economica e sociale del Meridione e in modo particolare della Calabria, vuol dire  che molte cose non sono andate per il verso giusto.

 

Per rendere efficace qualsiasi forma di incentivo è necessario prioritariamente  rimuovere le cause che ad oggi hanno ostacolato lo sviluppo  e creare le condizioni minime per consentire la nascita e la crescita di nuove iniziative produttive.

Con riferimento specifico alla Calabria, come si fa ad ipotizzare la nascita di nuove iniziative produttive valide  se mancano le infrastrutture minime per fare vivere anche quelle poche iniziative ancora esistenti?

 

Conosciamo bene i limiti  del nostro sistema viario. Inoltre, dobbiamo  prendere atto  che dopo un decennio di gestione straordinaria dell’emergenza ambientale, con  una spesa di oltre un miliardo di euro, in Calabria la raccolta differenziata non è decollata  e non sappiamo più dove smaltire i rifiuti. L’80% dei depuratori non funzionano; nelle regioni del Nord depurano i rifiuti tossici industriali, noi non riusciamo a depurare i rifiuti civili. Il mare continua ad essere inesorabilmente sporco,  mettendo in crisi anche il turismo che è l’unico settore che sta dando ancora risultati positivi. L’importante settore della sanità è stato gestito per tanti anni senza rispettare le regole minime della corretta amministrazione, senza bilanci di previsione, senza controlli contabili e, in alcuni casi, con duplicazione dei pagamenti delle forniture.  Una buona dose di colpa, bisogna ammetterlo, è anche nostra.

Sicuramente lo Stato deve fare la sua parte per realizzare anche nel Meridione, e in modo particolare in Calabria, un sistema viario moderno, far arrivare anche da noi l’alta velocità  e la banda larga, contrastare la dilagante criminalità organizzata e rendere efficiente la Pubblica Amministrazione. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte, rispettare le regole nell’amministrare la cosa pubblica e porci l’obiettivo primario di spendere bene le ultime importanti risorse che la Comunità Europea ha messo a disposizione; non  possiamo perdere quest’ultimo treno.

 

Se l’incentivo a fondo perduto ha dato ad oggi scarsi risultati, a mio avviso,  bisogna puntare sul credito d’imposta sui nuovi investimenti, introdotto la prima volta dalla Legge finanziaria n.388/2000 a favore delle imprese operanti nelle regioni meridionali. Questo bonus fiscale, ha dato  ottimi risultati in termini di investimenti ed occupazione, specialmente in Calabria alla quale la legge aveva accordato la più alta percentuale del credito d’imposta (65%). Ma i fondi stanziati sono stati di gran lunga inferiori all’entità delle domande presentate.

Ritengo che questa forma di incentivo meriterebbe maggiore attenzione e finanziamenti adeguati, in quanto  presenta degli enormi vantaggi:

  • la procedura per la richiesta preventiva è molto semplice;
  • il bonus fiscale è rivolto a quelle imprese che lavorano, producono redditi e pagano i contributi previdenziali per i dipendenti e a quelle nuove iniziative che hanno i presupposti per diventare operative e poter utilizzare il bonus sotto forma di credito di imposta; solo queste imprese hanno interesse  a chiedere tale tipo di agevolazione; non c’è spazio per i falsi imprenditori;
  • il bonus è facilmente monitorato attraverso le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti che ne usufruiscono e con i controlli degli Uffici Finanziari.

Per le nuove attività produttive è necessario prevedere la possibilità di ottenere anche un mutuo a tasso agevolato, le cui rate possono essere coperte in buona parte coperte con il risparmio fiscale e previdenziale realizzato con il credito d’imposta di cui sopra.

Questo sistema consentirà sicuramente di dare un valido incentivo per creare vere e valide nuove iniziative produttive e di sviluppare quelle già esistenti, condotte da imprenditori capaci e seri.

Bisogna attingere ai Fondi UE per cofinanziare, unitamente agli stanziamenti statali, questo importante strumento di sviluppo per le Regioni meridionali e per la Calabria in modo particolare, dando agli imprenditori capaci e onesti i mezzi necessari per i nuovi investimenti.

 

Le rigide  regole del mercato globale e la grave crisi economica hanno accentuato la debolezza del già precario sistema economico delle Regioni sottosviluppate, allargando il divario con il Nord; pertanto, ritengo sia ancor più necessario  concentrare i nostri sforzi per utilizzare adeguatamente gli ultimi finanziamenti disponibili e fare di tutto per mettere a frutto quelle risorse naturali che ci ha dato Madre natura e che altri non hanno.

In tale ottica andrebbero studiate attentamente anche le peculiarità di quelle aree della Regione che hanno particolari vocazioni di sviluppo, come le aree turistiche, le arre agricole, le aree dell’industria conserviera unitamente alla valorizzazione di prodotti tipici regionali e al settore artigianale, introducendo forme di aiuti zonali e settoriali per potenziare e sviluppare ulteriormente quelle zone e quei settori di eccellenza che presentano i requisiti necessari per tradurre in sviluppo e lavoro  gli aiuti pubblici erogati.

Non credo, purtroppo, ci siano le condizioni in Calabria per creare grossi complessi industriali, come si pensava di fare negli anni settanta. I tentativi fatti, pur impegnando enormi risorse finanziarie, sono stati un fallimento; vedi Saline Joniche, la Sir di Lamezia Terme, polo tessile ecc.

Dobbiamo, quindi, apprezzare, rispettare e proteggere con forza  le nostre bellezze naturali ed utilizzarle adeguatamente per potenziare il settore turistico che, ad oggi,  è stato uno dei pochi settori che ha portato sviluppo e creato nuovi posti di lavoro nella nostra Regione.

 

Domenico A. Naso

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